mercoledì 19 ottobre 2016

Step 07-I colori nel cinema






UN PO' DI STORIA....



Il trionfo di Gone with the wind (1939; Via col vento) di V. Fleming  è anche un trionfo del cromatismo. Il colore racconta il personaggio e la sua evoluzione (Scarlett è vestita di un bianco ancora fanciullesco all'inizio, poi via via arriva al nero del lutto fra i colori del ballo, al verde cupo nel momento della miseria, al più prezioso e fatale scarlatto nella resa a Rhett)

Alla Paramount un altro musical di Donen, Funny face (1957; Cenerentola a Parigi), ispirato all'attività del fotografo di moda Richard Avedon, vede la trasformazione della protagonista da cenerentola in tweed grigio-marrone-nero a cover girl in chiffon rosso su scalone bianco; e contiene un numero-manifesto sulla necessità elementare e assoluta di colori.



Fellini nel suo Fellini Satyricon (1969) da una parte si ispirò anche per il colore (i sabbia, i neri, i porpora stinti) all'iconografia romana classica, dall'altra diede largo spazio al gusto orientale, agli ori, ai cieli dipinti: insieme a cupezze medievali e a un mare dal colore malato, sormontato in un momento culmine dal giallo e dal bianco di un'immensa scogliera di arenaria e pomice, in una visionarietà che brucia qualsiasi anacronismo (il film, del resto, fu definito di 'fanta-archeologia').




Ricchissimo è l'uso del colore nel cinema di Bernardo Bertolucci: nella scenografia visionaria di Il conformista (1970) luci e ombre scavano nel personaggio e lo nascondono fra marcati chiaroscuri, con colori sfumati e larghe porzioni di schermo invase dal nero di sfondi e ambienti , dal bianco delle costruzioni fasciste, dal gioco dei costumi bianchi e neri; la luce nei suoi diversi momenti, nella casa del rogo sensuale di Ultimo tango a Parigi (1972), domina grandi distese di un colore caldo e ipnotico che definisce, limita, dilata lo spazio; e un c. luminoso e nitido (l'immenso drappo giallo che si alza nel sole, il bianco lattiginoso e sfuggente della cortina degli eunuchi)




Le seduzioni cromatiche di New York, New York (1977): in quest'ultimo, nel ricordo di R. Mamoulian e V. Minnelli, emanano nei locali di jazz dove il protagonista Jimmy è sempre in azione, dalle pareti, dagli angoli, da invisibili corridoi e scale, proiezioni e riflessi di luce violetta, rosso fuoco, verde mare, affascinanti quanto nervosi; e si arriva, nella notte del matrimonio dei due protagonisti, con la neve, gli alberi e gli abiti bianchi, alla ricreazione a colori delle scene bianco su bianco.



E' con Storia di Piera (1983) che Ferreri arriva, fra i metafisici bianchi rosa (bianco antico?) e gialli dell'architettura-paesaggio della cittadina di Sabaudia, al colore personale e artificiale degli esterni raccomandato da R. Mamoulian senza ridipingere né ritoccare niente.





CASI STUDIO 

IL CONIGLIO BIANCO

Nella retorica odierna l'immagine del coniglio bianco sta ad indicare un evento inaspettato che porta alla comprensione di una realtà superiore che scardina in un sol colpo le convinzioni di una vita. Seguire il coniglio bianco vuol dire fare attenzione a piccoli eventi apparentemente insignificanti.
Come Alice appena addormentata si accorse di un coniglio in panciotto che correva con un orologio in mano e non si sorprese ma lo seguì incuriosita, così chiunque si incuriosisce alle stranezze può essere trasportato in un altro "Paese delle Meraviglie".
Le citazioni di questa immagine sono numerosissime e in esse spesso il coniglio bianco è citato fuori dal contesto fiabesco. Lepri e conigli sono legati alla vecchia divinità Terra-Madre, al simbolismo dell'acqua fecondatrice e rigeneratrice. Lepri e conigli sono associati alla Luna perché dormono di giorno e si muovono di notte, perché nella notte sanno muoversi nell'ombra, inoltre sono prolifici e quindi fecondi. Per gli Aztechi le macchie della luna provenivano da un coniglio che un dio aveva gettato sulla sua faccia. Quindi, la sua associazione negativa col colore bianco si potrebbe rapportare al colore stesso, che in varie culture veniva associato alla morte ed al mondo dell'Aldilà.



TROIS COULEURS:BLANC


E' un film del 1994 di Krzysztof Kieślowski; secondo della trilogia che il regista polacco ha dedicato ai tre colori della bandiera francese e, di conseguenza, al motto della rivoluzione francese, "Liberté, Égalité, Fraternité".
In particolare, in questo film, il regista sviluppa il tema dell'uguaglianza, interpretando questo valore più come un obiettivo, un'aspirazione da conseguire, che come un presupposto necessario del vivere umano. È il desiderio – destinato a naufragare – di ricostruire una parità inizialmente tradita, quello che spinge, infatti, il protagonista maschile, Karol Karol, a una vera e propria metamorfosi esistenziale, che lo porterà, infine, a sovvertire completamente il suo destino e quello dell'ex moglie, Dominique.


BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE


Il film Bianca come il latte, rossa come il sangue è uscito nelle sale dal 4 aprile 2013.
Leo sente in sé la forza di un leone, ma c’è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l’assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice.
 





MOBY DICK, LA BALENA BIANCA

(Moby Dick) è un film del 1956 diretto da John Huston, tratto dall' omonimo romanzo di Herman Melville, adattato per il cinema da Ray Bradbury. Ismaele nell'autunno del 1841, giunge a New Bedford, una cittadina costiera del Massachusetts, con l'intenzione di imbarcarsi per andare a caccia di balene e di avventura.
Il capitano comunicherà all'equipaggio che il loro scopo primario sarà quello di dare la caccia a Moby Dick, una balena bianca che lo ha mutilato di una gamba durante l'ultimo viaggio, offrendo un premio di un doblone d'oro al primo che la avvisterà.




 


 
 

 


 

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