venerdì 21 ottobre 2016

Step 06-I colori nella scienza




"Il bianco ed il nero hanno un loro significato, una loro motivazione e quando si cerca di eliminarli, il risultato è un errore: la cosa più logica è di considerali come dei neutri: il bianco come la più luminosa unione dei rossi, azzurri, gialli più chiari, e il nero, come la più luminosa combinazione dei più scuri rossi, azzurri e gialli."

Vincent Van Gogh



Circa un secolo prima che Goethe nascesse, Isaac Newton aveva svolto importanti ricerche sulla luce, sostenendone l'eterogeneità e la differente rifrangibilità dei suoi componenti (spettro). Newton aveva notato che se un fascio circolare di luce bianca fosse passato attraverso un prisma e venisse proiettato su un muro, l'immagine non risultava circolare ma elongata e, anziché essere bianca, era un intervallo di colori dal rosso al violetto. Questo aveva suggerito a Newton che ciascuno dei colori spettrali contenuto nel fascio originale di luce bianca godeva di una differente rifrangibilità; la luce rossa veniva deviata del minor angolo mentre quella viola del massimo. Newton formulò così la teoria secondo la quale la luce è composta da «colori puri» dello spettro che possono essere separati, a causa di differenti rifrangibilità. Fondamentale argomento a supporto di questa teoria era la sua applicazione inversa: interponendo un secondo prisma tra occhio e muro i colorati fasci di luce prismatica scomposta si riuniscono assieme per generarne uno solo bianco e di sezione cilindrica, visibile dall'osservatore.


Paradossalmente, questo "esperimento al contrario" fu, un secolo dopo, la primissima osservazione critica che fece Goethe nel campo dei colori, che lo portò alla conclusione opposta a quella newtoniana, e lo convinse che la teoria di Newton fosse totalmente errata: cambiando infatti le condizioni di osservazione, come ad esempio la distanza tra il prisma e il muro, cambiava anche l'effetto risultante. Goethe sperimentò soprattutto che una semplice parete bianca, da sola, non produrrà mai la scomposizione nei diversi colori attraverso il prisma; è solo tracciandovi sopra una striscia nera che nel prisma diventano visibili i colori dell'iride lungo i suoi bordi. Questi dunque non sono contenuti nella luce, ma nascono dall'interazione della luce col nero, ovvero col buio: la loro manifestazione cioè non sarebbe possibile senza il fenomeno della polarità.

Scomposizione dei colori





Egli riprendeva così le tesi già espresse in forma simile dagli antichi Greci, in particolare da Empedocle, Platone, e Aristotele. Questo fatto contribuisce a evidenziare come Goethe e Newton partissero anche da due approcci filosofici completamente differenti: Newton si basava su una visione riduzionista, materialistica e atomista della luce, accontentandosi di misurarla da un punto di vista quantitativo, e ritenendo di poterla scomporre nelle sue parti, ovvero nelle sue lunghezze d'onda, come la materia era ritenuta componibile a partire dagli atomi. In tal modo, sulla scorta del metodo galileiano, egli tralasciava di considerare gli aspetti soggettivi con cui si presentavano i fenomeni, descrivendo come semplice "illusione ottica" il caso ad esempio in cui due oggetti sembrino diversi pur risultando uguali a seguito di una misurazione quantitativa. Per Goethe invece «è una bestemmia dire che si dia illusione ottica», poiché egli dava primaria importanza all'aspetto qualitativo, e quindi soggettivo, dei colori e dei fenomeni naturali in genere.

Goethe


ITTEN: CONTRASTI DI COLORE


"Il giallo, giallo-arancio, arancio, rosso-arancio, rosso e rosso-viola si definiscono comunemente come caldi, mentre il giallo-verde, verde, verde-blu, blu, -Viola e viola si dicono freddi. Una distinzione siffatta però insidiosa in quanto può condurre a delle soluzioni errate. Come abbiamo visto pur essendo il bianco in nero i poli estremi del chiaro dell’oscuro, i grigi hanno un valore chiaroscurale solo relativo, che muta a seconda del loro contrasto con toni più o più scuri. Allo stesso modo, mentre il verde-blu e rosso-arancio, in quanto poli del freddo e del caldo, mantengono un valore fisso, i colori scalati fra di essi assumono un valore di freddo o di caldo solo il rapporto con i toni più caldi o più freddi."




LUDWIG WITTGENSTEIN: OSSERVAZIONI SU I COLORI







Lichtenberg dice che solo pochi uomini hanno mai visto il bianco puro. Allora la maggior parte degli uomini impiega la parola in modo scorretto? E come ha imparato lui l'uso corretto? - Ha costruito un uso ideale conformandosi all'uso ordinario. E questo non vuol dire: un uso migliore, ma: un uso raffinato in una certa direzione, in cui qualcosa è stato portato all'estremo.





ll bianco non è un colore intermedio tra altri colori. E questo gli esperimenti con lo spettro non possono né corroborarlo né confutarlo.





l bianco come colore di sostanza (nel senso in cui si dice la neve è bianca) è più chiaro di ogni altro colore di sostanza; il nero è più scuro. Qui il colore è un oscuramento, e se alla sostanza si toglie ogni oscuramento di questo genere rimane il bianco, e perciò la si può chiamare ' senza colore '.





Se di un pezzo di carta dico che è bianco puro, e poi gli metto vicino un po' di neve e ora il pezzo di carta appare grigio, nel suo ambiente normale, e per gli scopi ordinari, continuerei tuttavia a chiamarlo bianco e non grigio chiaro, Potrebbe darsi che, per esempio in laboratorio, io impieghi un altro concetto di bianco, in certosenso più raffinato.


 
Ludwig Wittgenstein
 

http://digilander.libero.it/Witt26M/Colori.htm



 

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