Il bianco antico è una gradazione
di bianco che viene utilizzata oggi per decorare oggetti o edifici e dargli un
aspetto più "vintage" o anticato. Nel passato probabilmente veniva
già utilizzato non in modo consapevole assimilandolo però sempre al bianco,
quindi non dandogli una definizione e una caratterizzazione propria.
In questo step cercheremo quindi
di analizzare la storia del bianco più che del bianco antico, guardando alla
storia del colore, alla sua simbologia nelle varie culture e ai riferimenti
nelle varie mitologie.
IL BIANCO NEL PASSATO
Già sulle pareti grigiastre delle
caverne paleolitiche si usavano materie gessose per dipingere di bianco scene
della vita di allora; nel Medioevo si aggiungeva del bianco alle pergamene dei
miniatori, che erano di colore beige. In pittura serviva da base per coprire il
grigio della pietra, il marrone del legno, il beige della pergamena o del
tessuto naturale.
A partire dalla Guerra dei
Cent'anni, nel XIV e XV secolo, si è alzata la bandiera bianca in segno di resa
o per chiedere la fine delle ostilità; il bianco si opponeva così al rosso
della guerra, e questo simbolo è quasi universale e dura nel tempo.
Il colore della luce, che nel
Medioevo richiamava Dio, era invece il dorato, poiché si diceva che una luce
intensa assume effetti dorati, mentre figure come gli Angeli hanno vesti
bianche.
Oggi diciamo che il "bianco
non è un colore" e quindi che neanche il nero lo è perchè
assorbono/riflettono tutti i colori dello spettro visibile. In Occidente il
bianco è collegato alla purezza e all'innocenza, mentre invece per alcuni
popoli orientali è il colore del lutto, che noi invece associamo al nero.
Nella mitologia è il colore di
creature speciali soprattutto quelle che attraversano il confine tra il reale e
l’immaginario: unicorni, pegaso, uccelli bianchi, cigni, conigli bianchi come
quello di pasqua).
In alcune mitologie il bianco
opaco rappresenta la morte che assorbe l’essere e lo introduce nel mondo
lunare. Per gli aztechi, ad esempio, il bianco era l’Ovest, la morte, così come
colore di lutto lo è in Africa, in Asia e in alcuni territori slavi. Il bianco
funerario, però, sembra spesso evolvere verso gli aspetti eterei e vivificatori
della morte, a differenza del nero che ne esprime soprattutto gli aspetti più
mortifireri. Infatti, anche quando è colore della morte, il bianco può
rimandare al nuovo inizio o al ricongiungimento con la luce divina.
MITOLOGIA ATZECA
Abbiamo detto che nella mitologia
atzeca il bianco è un colore associato all'aspetto funerario e possiamo trovare
riferimento in una divinità della mitologia atzeca: Mictantecuhtli, che nella
sua rappresentazione grafica il corpo viene colorato di bianco.
Mictlanteculhtli ("signore
di Mictlan"), secondo la mitologia azteca, era il dio dei morti e Re di
Mictlan, la parte più profonda degli inferi. Veniva raffigurato come uno scheletro,
o una persona che indossava un teschio dentato o un cappello a cono pieghettato
e vestiti di carta. Veniva associato ai ragni, ai gufi ed ai pipistrelli. Sua
moglie era Mictecacihuatl. Entrambi costituivano l'opposizione binaria del
principio di disaggregazione dei corpi.
Nella mitologia cinese è molto
ricorrente la figura del drago. Il drago è un protagonista del Capodanno
cinese, con la tipica “sfilata (o danza) del dragone”: viene realizzata una
grande figura di cartapesta e stoffa che viene mossa dall'interno da un gruppo
di almeno 11 persone, che si muovono in movimenti sinuosi e coordinati che
mimano le movenze della mitica creatura. In questo contesto, il drago
rappresenta una creatura benevola, portatrice di longevità e piogge (a sostegno
dell’agricoltura), che protegge contro gli spiriti maligni e i demoni.
Mictecacihuatl |
Secondo Romani, Greci, Fenici,
Etruschi ed Egizi il defunto brilla della stessa luce degli dèi, per cui viene
vestito di un manto bianco a tale manifestazione e rispetto; quindi la morte
rappresenta il ricongiungimento agli Spiriti luminosi (es.: Campi Elisi pieni
di luce); per gli Assiro-Babilonesi, invece, la morte è il ricongiungimento
alla luce divina del Principio.
Nel mito greco il bianco è il
colore della purezza e della purificazione, è un colore catartico e iniziatico.
Ne è di esempio il mito della dea Demetra che mentre faceva da balia a
Demofonte, figlio del re, di giorno lo accudiva e se ne prendeva cura, la notte
lo faceva bruciare nel fuoco per purificarlo dagli elementi umani e renderlo
immortale.
Ardere quindi ha come significato
la liberazione e purificazione dell'anima, e rendere quindi l'individuo candido
e "bianco".
Infatti poi ritroviamo che
nell'antichità durante i riti di purificazione era abitudine seguire alcuni
procedimenti vestendo abiti bianchi.
MITOLOGIA EGIZIANA
Gli antichi Egizi consideravano
il colore di un oggetto parte integrante della sua natura o del suo essere.
La parola Iwen veniva usata per
significare il concetto di colore, ma poteva anche indicare l'aspetto
esteriore, la natura, l'essenza, il carattere o persino la disposizione.
Purtroppo, a causa dell'usura del tempo e del deperimento dei materiali, molti
dei reperti visibili oggi nei musei e sulle pareti di templi e tombe in Egitto,
ormai hanno ben poco delle tinte originarie.
Il bianco (hedj e shesep)
suggeriva l'onnipotenza e la purezza. Considerato come privo di colore, era
usato per le cose semplici e sacre.
Il nome della città santa di
Menfi significava "Bianche mura".
Sandali bianchi venivano
indossati durante le cerimonie sacre.
Gli oggetti rituali più
comunemente utilizzati nei cerimoniali, come piccole ciotole e vasi canopi,
erano privi di colore.
Anche il tavolo per
l'imbalsamazione del Bue Api di Memfi era bianco alabastro.
Bianco era anche il colore
araldico dell'Alto Egitto: "Nefer", la corona dell'Alto Egitto era
bianca, anche se in origine probabilmente veniva fatta con canne verdi.
Il colore bianco puro utilizzato
in questo tipo di arte egizia era quello naturale del gesso.
Antica rappresentazione su papiro |
A riferimento con la cultura orientale possiamo citare il significato che ha il bianco nell'estetica buddhista. L'estetica buddhista tratta spesso, attraverso vari riferimenti, cinque colori. Questi sono bianco, giallo, rosso, blu, verde.
Il bianco indica il riposo e il pensiero e fa riferimento a uno dei 5 buddha: Vairochan.
E' importante notare che ciascuno dei cinque Buddha, e i loro rispettivi colori, si dice favoriscano il
processo di trasformazione in cui specifiche negatività umane sono
cambiate in qualità positive. In particolare si ritiene che meditando
sui singoli colori, che contengono le loro rispettive essenze, possono
essere conseguite le seguenti metamorfosi : il bianco trasforma l'illusione di ignoranza nella saggezza della realtà.
Vairochan |
Il bianco non è necessariamente pensato come un colore. Si verifica quando l'intero spettro della luce è visto insieme o quando rosso, giallo e blu sono mescolati. Tutto ciò che è presentato in bianco, significa che nulla è nascosto, segreto o indifferenziato. Così anche Saraswati la dea dell'apprendimento e della conoscenza è rappresentata di colore bianco. Infatti la conoscenza e l'apprendimento non devono essere nascosti, ma essere aperti e disponibili per tutti.
Saraswati |
MITOLOGIA CINESE
Quella del serpente bianco è in
Cina una leggenda famosissima, ed i protagonisti sono riconosciuti come parte
della cultura popolare al punto da venire utilizzati per pubblicità e parodie
anche su Youtube, anzi Youku, il clone cinese di Youtube.
La trama della vicenda risulta
essere abbastanza semplice, almeno a prima vista, con un protagonista (lo
studente Xu Xian), un’amata (il serpente bianco), un amore contrastato da un
terzo (il monaco Fahai) ed un quarto personaggio ora alleato ora avversario del
protagonista, la sorella del serpente bianco (il serpente verde).
I due serpenti vivono sui monti
Emei, sacri sia per il buddhismo che per il taoismo, quando un giorno decidono
di scendere sulla terra. Nella città di Hangzhou, nei pressi del Lago
Occidentale, incontrano Xu Xian, ed il serpente bianco se ne innamora.
I due si sposano ma sulle tracce
del “demone” vi è il monaco Fahai, che tenta di convincere Xu Xian che la
moglie non è umana. Segue una lotta alla fine della quale il serpente bianco
viene sconfitto da Fahai.
Nella versione originaria
distinguere fra buoni e cattivi era semplice. Fahai (letteralmente “oceano
della legge”) era il bene supremo, il monaco vestito di giallo (il colore del
sacro e del potere) che combatteva il male, ossia il serpente vestito di bianco
(il colore della morte), salvando Xu Xian, dietro al quale si può intravedere
la rappresentazione del genere umano.
Un genere umano ingenuo che cade
tra le braccia del demone e che ha quindi bisogno di qualcuno che lo aiuti a
ritrovare la retta via; e questa non può essere che la fede ed il rispetto
della tradizione.
Questa leggenda cinese ci fa
riflettere sul significato che la cultura cinese nei secoli ha dato al colore
bianco, in generale è comune nella cultura orientale avvicinare il colore
bianco al colore della morte a differenza della cultura occidentale che,
invece, vede il bianco come il colore della vita che si contrappone al buio
delle tenebre e dell'aldilà che invece è rappresentato dal nero.
Rappresentazione drago cinese |
In contrapposizione al mondo
orientale possiamo dare uno sguardo alla mitologia slava, in cui il colore
bianco assume tutt'altro significato ed è simbolo di vita, liberazione e
rinascita. Ne sono da esempio due antichi miti slavi in cui il colore bianco è
attribuito a momenti o a personaggi positivi.
STRIBOG: Insieme a Svarog
aveva vinto il Serpente Nero, aveva
aiutato a Perun nella sua lotta con la bestia Skiper, e Horz nella sua lotta
con la luna.
Stribog era il protettore di Vesna(dea della
primavera). Lui come dio del vento e
dell'aria ogni primavera accompagnava
Vesna sulle ali della brezza
primaverile. Insieme auguravano ogni
inizio di primavera e portavano al
mondo calore e
migliori condizioni di vita. E infatti lo vediamo raffigurato con dei
colori chiari, vestito di bianco, perchè il bianco appunto si contrappone alla
morte e porta la vita (primavera, rinascita della natura).
Stribog |
DAZBOG: Il sole, secondo la credenza, di giorno era in cielo e donava la luce, mentre di notte dormiva nel regno dei morti. In realtà Dažbog ogni mattina girava nel cielo su un cavallo bianco o su di una carrozza, mentre la sera moriva e andava nel mondo dell’aldilà e al mattino rinasceva. Questo ciclo di morte e di rinascita era molto comune in molte religioni pagane, così come nel paganesimo slavo.
Dazbog |
http://www.icsedegliano.it/sezioni/insegnanti/Dcm/Tesoro/02SignificatoColore.html
http://www.cultorweb.com/Egitto/EC.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Mictlantecuhtli
http://www.saporedicina.com/serpente-bianco/
http://www.gongoff.com/mitologia/leggende-slave/mitologia-slava-stribog
http://www.gongoff.com/mitologia/leggende-slave/mitologia-slavadabog
http://www.cultorweb.com/Simbolismo/ColBudC.html
"Il significato dei colori nelle civiltà antiche" Di Lia Luzzatto,Renata Pompas, Tascabili Bompiani.
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